convegno organizzato congiuntamente dai comitati per le pari opportunità del CNR e dell'INFN

finalità del convegno
introduzione

locandina

formato A4

formato A3
organizzazione
programma
documentazione
lista dei partecipanti
segreteria



atti del convegno
copertina
prefazione
indice
le relazioni
tavola rotonda
riflessioni, commenti e aggiornamenti sui temi del convegno
appendici A-B-C-D




G. Bucci
INFN sezione di Roma


INTRODUZIONE
a cura di D. Muscolino (INFN), M.L. Paciello (INFN), C. Vannini (INFN)

1. il contesto

Nel libro "La qualità sociale" di Giorgio Ruffolo si legge: "Nell'Occidente contemporaneo le due grandi cause di disuguaglianza sociale sono il sesso e la ricchezza. Qui ci occuperemo ancora della seconda di queste cause......"
Questo convegno si occupa della disuguagliana di genere.

E' noto che la problematica di genere attiene ai meccanismi di potere operanti nell'intero corpo sociale e la divisione sessuale del lavoro è parte integrante della divisione sociale del lavoro. La promozione del lavoro femminile deve affrontare innanzitutto il fatto che la funzione affidata alla donna come madre e moglie nell'ambito domestico e il "lavoro degli affetti" addossato in maniera pressochè esclusiva alla donna sono tra i motivi principali della distribuzione disuguale delle donne e degli uomini nel lavoro.

La stessa Costituzione Italiana immediatamente dopo la norma che all'art. 37 garantisce alla lavoratrice gli stessi diritti e le stesse retribuzioni spettanti al lavoratore afferma che "le condizioni di lavoro le devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare": perchè nessuna norma del genere è prevista per il lavoratore? (1). E' perciò importante elaborare nuovi modelli di ruolo ed istituti sociali che permettano di conciliare carriera e famiglia e rispecchino esigenze e scelte specifiche delle donne. Tutto ciò per accrescere la fiducia delle donne in se stesse e nel modo di svolgere il loro lavoro, per il superamento di stereotipi culturali e mentali fortemente radicati che spesso le donne stesse perpetuano con l'educazione, trasmettendo ruoli sessuali diversi ai figli maschi e alle figlie femmine. I modelli formativi e le pratiche di orientamento debbono abbandonare la loro veste solo ingannevolmente "neutrale" per assumere una specifica attenzione alle dfferenze di genere.

Inoltre, come indica anche l'Unione Europea, la democrazia è un valore fondamentale la cui realizzazione richiede la piena partecipazione e la rappresentanza di tutti i cittadini, donne e uomini, ai processi decisionali e alla vita economica, sociale, civile e culturale di ogni paese. L'impegno comunitario in materia di pari opportunità è fondato sulla convinzione che l'uguaglianza delle opportunità non è solo una questione di rispetto dell'individuo, ma è una necessità per la valorizzazione delle risorse umane, per mettere a frutto le competenze e i talenti di tutti i cittadini, ivi compresi i gruppi ora discriminati. E' quindi necessario abbattere le barriere attitudinali che spesso impediscono alle donne di realizzare le loro potenzialità evitando così un enorme spreco di talenti.

2. le istituzioni di ricerca

Le istituzioni di ricerca sono un laboratorio stimolante per lo studio del lavoro femminile. L'analisi contestuale delle carriere dei ricercatori, dei tecnologi, degli amministrativi e dei tecnici permette di misurare le disuguaglianze di genere nei diversi ruoli e le loro specifiche caratteristiche. Si riduce così la casualità della fenomenologia per l'individuazione di modi e ragioni delle disparità. Numerose indagini statistiche confermano ormai diversi tipi di segregazione delle donne nelle istituzioni di ricerca nazionali ed internazionali. Si propone una sorta di metodo di "mainstreaming" (a): un'indagine completa che permette di capire la generalità del problema ed aiuta a definire azioni specifiche per le diverse discriminazioni nei differenti ruoli.

Le istituzioni scientifiche sono quindi una sede significativa per l'attuazione di politiche delle pari opportunità volte a rimuovere la marginalizzazione delle donne, contraria alle ragioni della ricerca e dell'eccellenza scientifica, e la cui analisi porta a individuare odiosi meccanismi di esclusione anche per gli uomini.
In particolare riguardo a "donne e scienza" la Commissione europea, riconoscendo l'assenza di pari opportunità tra uomini e donne nella scienza, ha segnalato la necessità di un approccio coerente in tre direzioni: la ricerca da parte delle donne, per le donne e sulle donne.

3. il convegno

I temi del convegno sono:
  • statistiche di genere(2);
  • quadro legislativo e politiche di genere(3);
  • piani triennali di azioni positive(4).

Questo convegno intende contribuire alla:
  • conoscenza della fenomenologia della condizione femminile nelle istituzioni scientifiche;
  • diffusione di una esauriente informazione giuridica qualificata sulla normativa relativa alle pari opportunità;
  • conoscenza della realtà delle diverse istituzioni scientifiche per realizzare quell'effetto "di rete" che è fondamentale in tutte le politiche delle pari opportunità sostituendo una sorta di "new girls and boys network alla "old boys network".


I risultati attesi sono:

  • la pubblicazione periodica di statistiche aggiornate di genere relative al personale delle istituzioni scientifiche;
  • la creazione di un "osservatorio della parità nelle istituzioni di ricerca", basata su una rete di organismi e istituzioni, che svolga un'attività di analisi, controllo, misura e valutazione degli esiti delle politiche delle pari opportunità;
  • l'instaurazione di rapporti istituzionali con le strutture europee ed internazionali che si occupano di queste problematiche.

Il convegno vuole essere un contributo al dibattito per individuare e sperimentare modi e luoghi formali per attuare il mainstreaming (nota a) e l'emporwement (nota b) nelle politiche e nelle prassi delle istituzioni scientifiche nella convinzione che la sottorappresentanza delle donne, in tutti i ruoli e livelli, è ingiusta, è uno spreco di risorse e ostacola il conseguimento dell'eccellenza nelle istituzioni scientifiche.

 
note

(a)
INTEGRAZIONE DELLA DIMENSIONE DELLE PARI OPPORTUNITÀ: l’integrazione sistematica delle situazioni, delle priorità e dei bisogni rispettivi delle donne e degli uomini in tutte le politiche al fine di promuovere la parità tra le donne e gli uomini e mobilitare tutte le politiche e le misure d’ordine generale sensibilizzandole alle necessità di raggiungere la parità tenendo attivamente e apertamente conto, nella fase di pianificazione, dei loro effetti sulle rispettive situazioni delle donne e degli uomini all’atto della loro attuazione, del loro monitoraggio e della loro valutazione (comunicazione della Commissione COM (96) 67 def. del 21/02/96).
(b)
CONFERIMENTO DI RESPONSABILITÀ: processo avente lo scopo di dare e sviluppare le proprie capacità al fine di configurare attivamente la propria vita e quella della propria comunità in termini economici, sociali e politici.

bibliografia

Questa bibliografia, non certo completa, è solo indicativa:

1.
C. Ravaioli , "Tempo da vendere - Tempo da usare" DATANEWS, 1994;
2.
ISTAT, Rapporto sull'Italia (Il Mulino, Bologna, 1999);
  ISTAT, Donne all'università (Il Mulino, Bologna, 2001);
 -
R. Palomba (a cura di), Figlie di Minerva, Franco Angeli, Milano 2000;
 -
M. Osborn et al., 2000, "Science Policies in the E.U.: promoting excellene through mainstreaming gender equality" Etan Report, Office of the Official pubblication of the European Communities, Luxemburg;
 -
R. Alba et al. Relazione del CPO dell'INFN - Anno 2000 - INFN/AM-01/01, 24 maggio 2001;
 -
F. Zucco, "Partecipare per contare" SAPERE - Aprile 2001, pag.15
 -
M. Torre et al., "Personale femminile e carriere delle ricercatrici dell'ISS" - Rapporti ISTISAN 02/5
 -
Relazione di attività del CPO del CNR - Anno 2000;
3.
Quaderni internazionali di vita italiana, "Donne 2000" Dipartimento pari opportunità,
Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per l'informazione e l'editoria - 2000
4.
Comitato nazionale di parità e pari opportunità nel lavoro, 2001 "Relazione sull'attività degli Organi Collegiali di cui alla legge 10 aprile 1991, n. 125 (maggio 1998-maggio 2001).



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