Le tre interviste di questo numero sono incentrate su tre colleghe della Sezione di Roma 1: Michela Giovagnoli, Lorena Stellato, Cecilia Voena. Per l'occasione si è sperimentata una nuova metodologia risultata molto più pratica e veloce: infatti Raffaella Piazzi, la nostra intervistatrice, ha agito via Skype, ponendo alle tre ragazze praticamente le stesse domande nella stessa sequenza, come in un questionario. Questo però non ha mortificato, come si può vedere, la freschezza delle risposte.Si tratta di tre profili differenti all'interno dell'Ente, con diverse mansioni; hanno età diverse e diverse esperienze; tutte risultano accomunate dal dovere trovare un equilibrio tra il lavoro che amano, al quale si dedicano con entusiasmo, e la famiglia e i figli che adorano; tutte citano i tempi difficili in cui questi sono piccoli e hanno più bisogno della mamma. Una di loro, Michela, auspicherebbe addirittura che l'INFN faciliti ulteriormente le mamme lavoratrici nei primi anni di vita dei bambini, al di là della normativa nazionale: forse perché lavorare nell'INFN, a qualunque livello, è più coinvolgente? Si sta più tempo in ufficio e si viaggia di più, dice ancora la nostra intervistata.

Michela lavora nell'amministrazione, come altre conosciute nei primi numeri.

Lorena Stellato, invece, ci offre l'opportunità di conoscere un profilo nel quale le donne sono veramente rare nel nostro Ente, come quello di Collaboratore Tecnico di Ente di Ricerca (CTER). Lorena è riuscita però ad instaurare ottimi rapporti con i colleghi e da qualche anno trova anche il tempo per collaborare alla didattica dell'Università nel corso di laurea in Fisica, ricavando grandi soddisfazioni dagli studenti.

L'ultima intervistata di questa serie, Cecilia Voena, è invece una "giovane" (considerata l'età media dei ricercatori nel nostro Ente) ricercatrice e aggiungiamo (perchè lei non lo dice) componente, con il mandato dell'ANPRI, del Comitato Unico di Garanzia. Nel suo lavoro si occupa di cose incomprensibili per la gente comune: in effetti forse bisognerebbe fare più pubblicità all'esterno dell'Ente su esperimenti come MEG, lontani dal clamore mediatico di quelli a LHC, per esempio, ma che si occupano ugualmente di fisica di precisione e di frontiera.

Forse dovremmo cominciare ad occuparci di più dell'immagine esterna del ricercatore/trice medio e del lavoro di ricerca. Farebbe bene a noi, farebbe bene agli esterni.

Fateci sapere che ne pensate di questa tipologia di intervista…

 

Intervista a Michela Giovagnoli, file pdf

Intervista a Lorena Stellato, file pdf

Intervista a Cecilia Voena, file pdf