Questa volta con Raffaella Piazzi entriamo nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), nella splendida cornice delle montagne dell'Abruzzo, che in questo periodo dell'anno sono bianche di neve e danno una atmosfera da vacanze invernali. L'aria è gelida ma c'è il sole! All'arrivo, all'ora di pranzo, Raffaella ha trovato i colleghi in mensa, in un clima accogliente e familiare; ne ha quindi raccolto le interviste di ben quattro, un collega e tre colleghe. Quattro profili diversi, quattro storie diverse ma tutti accomunati dal fatto di lavorare in un posto che dall'esterno viene visto come qualcosa che ha del fantascientifico. E forse è davvero così!
Luca Ioannucci è un giovane perito chimico, Collaboratore Tecnico (CTER) nel servizio di chimica dei Laboratori.

Lavorando all'interno di un servizio, interagisce con molti degli esperimenti che si effettuano qui ma non appartiene a nessuno e a volte gli dispiace non potere approfondire le loro tematiche, anche se questo non è strettamente richiesto nel suo lavoro; collabora con diversi colleghi di altre Sezioni e Università e molti stranieri, data la natura internazionale delle collaborazioni sperimentali, ma, nel contempo, non è necessario che viaggi tanto, cosa che viceversa vedrebbe come un arricchimento professionale. Per il resto, i rapporti lavorativi sono ottimi e il suo lavoro gli piace molto: è stato assunto poco dopo il diploma e fino ad ora vi si è dedicato quasi esclusivamente, non avendo ancora una famiglia propria (ma ci rivela che si sposerà presto!).
Le tre colleghe delle interviste seguenti sono invece tutte mogli e madri. E' il caso di Chiara Zarra, la nostra seconda intervistata. E' un tecnologo a tempo determinato; si è laureata in ingegneria civile e oggi è la responsabile del servizio di supporto agli esperimenti nel quale ha lavorato dall'inizio. Questa circostanza rivela chiaramente che la sua opera è apprezzata e l'impegno e la passione non sarebbero di meno se avesse un posto permanente.
Dichiara che il suo essere donna e madre l'ha aiutata molto nel ruolo di responsabilità che ricopre, dove deve mediare tra colleghi tecnici e ricercatori, perché le fa intuire e prevenire eventuali difficoltà che potrebbero insorgere, capire meglio le persone che ha di fronte e con cui lavora: molti di loro li conosce da quando è arrivata ai Laboratori e li considera parte della sua famiglia. Per il resto, anche se qualche volta sente la necessità di continuare a lavorare anche tornata a casa, non ritiene che la sua condizione sia diversa da quella di una qualsiasi mamma lavoratrice.

Apprendiamo che nei Laboratori esiste un campo estivo per i figli dei dipendenti, fortemente voluto da Giovanna Spagnoli, la nostra terza intervistata, all'epoca in cui i figli erano piccoli.

Grazie al suo impegno e a quello di Roberta Antolini, altra dipendente del Laboratorio (nonché attuale componente CUG), quel campo estivo è una realtà di cui ora tutti posso usufruire.
Giovanna è responsabile del Servizio di Direzione e il suo orario di lavoro è impegnativo ma è convinta che sia importante la qualità del tempo che si dedica alla famiglia piuttosto che la quantità. Come del resto le altre amministrative che l'hanno preceduta nelle interviste, lamenta la troppa burocrazia nel suo lavoro, questione italiana, certo, ma, in un Laboratorio di respiro internazionale come questo, molto spesso le normative stanno particolarmente strette. Da quando é stato istituito il "Gran Sasso Science Institute" ha occasione di lasciare l'isolamento del suo ufficio nei Laboratori e andare a L'Aquila, per una collaborazione che trova molto gratificante.

Per l'ultima intervista, Raffaella ha lasciato i cosiddetti "laboratori di superficie" ed è andata nel cuore della montagna, nelle gallerie dove sono situati gli apparati sperimentali. Qui ha incontrato Natalia Di Marco, ricercatrice a tempo determinato. Ci racconta di avere fatto ormai tutta la trafila di accesso a questo tipo di lavoro, dalla laurea in Fisica, al dottorato di ricerca, alle borse, agli assegni, una sorta di percorso ad ostacoli dove non tutti arrivano alla fine; adesso la cosa comincia a pesarle molto, specie quando si avvicinano le date di scadenza dei contratti. Non che non abbia più lo stesso entusiasmo degli anni passati, perché considera ancora il suo il mestiere più interessante del mondo, ma, d'altra parte, ha ormai una famiglia e deve preoccuparsi anche delle esigenze dei figli. Il marito è più presente di lei e questo le ha consentito, grazie anche al sostegno dei rispettivi genitori, di poter conciliare  i ritmi lavorativi con quelli della famiglia.

In un lavoro come questo, praticamente senza orari, molta parte nella organizzazione della giornata ha sempre ... l'improvvisazione e, come lei sottolinea, la condizione di precaria incide non poco nella difficile scelta di trovare un equilibrio fra i doveri verso i figli e quelli verso il lavoro.

Ma godiamoci, insieme a Natalia, l'entrata nella galleria, nel cuore dei Laboratori, fino alla sala C, presso l'esperimento OPERA, al quale lei lavora...

http://www.infn.it/video/multimedia/cug/intervista-gran-sasso-2015-luca.html

http://www.infn.it/video/multimedia/cug/intervista-gran-sasso-2015-chiara.html

http://www.infn.it/video/multimedia/cug/intervista-gran-sasso-2015-giovanna.html

http://www.infn.it/video/multimedia/cug/intervista-gran-sasso-2015-natalia.html