
12 Giu La storia di Marcello Givoletti, dal laboratorio INFN alla guida di un’impresa globale
Dagli esordi come perito elettronico a imprenditore visionario passando per l’INFN: Marcello Givoletti racconta la nascita di CAEN e l’eredità di una mentalità “da fisico” al servizio dell’innovazione.
Una vocazione che nasce per necessità (e passione)
Quando Marcello Givoletti racconta i suoi primi passi nel mondo della fisica, la sua storia si intreccia con quella di un’epoca in cui tutto era ancora da costruire. “Era il 1966, sembrava la preistoria dell’elettronica”, ricorda. Dopo un diploma da perito elettronico e un contesto familiare non certo privilegiato, il consiglio di un preside lo spinge verso l’università. Ma le difficoltà economiche lo portano subito in un’azienda, prima nella produzione, poi nel collaudo.
L’incontro con la ricerca arriva con l’INFN, dove un gruppo di fisici lo coinvolge in progetti al CERN. “All’epoca non esistevano ancora i microprocessori, gli esperimenti erano piccoli, e l’ambiente era estremamente formativo: imparavi a fare tutto, anche a ottimizzare il budget. Era come gestire una piccola azienda (…). La ricerca ti insegna a trovare soluzioni. Sempre.”
Il metodo del ricercatore: tre ingredienti per costruire il futuro
A ben guardare, sono tre i tratti che, secondo Givoletti, hanno fatto la differenza nel suo percorso dalla ricerca all’imprenditoria:
- La mentalità della sfida: “Ogni esperimento è una sfida. E quando impari ad affrontarle, ti abitui a non mollare mai”.
- La sensibilità nel cogliere i bisogni: “Capire cosa serve davvero. È la chiave per progettare strumenti utili, prima nella fisica, poi nel mercato”.
- La fame di imparare: “Mai lasciare il mondo della ricerca. È l’unico che ti permette di studiare sempre, e imparare ancora di più”.
A questi, aggiunge un ingrediente essenziale per chi vuole innovare davvero: la pazienza. “Ci vogliono anni per vedere i frutti. Armarsi di pazienza è fondamentale, soprattutto quando si lavora tra ricerca e impresa”.
La nascita di CAEN: una startup quando le startup non esistevano
Nel pieno di una crisi dei finanziamenti pubblici alla ricerca, Marcello si trova davanti a una scelta. “Quello che prima era un vantaggio – le trasferte – diventò un peso economico. Avevo bisogno di integrare lo stipendio, e con alcuni colleghi ci siamo messi a fare elettronica ‘su richiesta’ di un amico partendo da un articolo pubblicato su una importante rivista del settore (NIM).”
Con il supporto dell’amico e collega Piero Salvadori nasce l’idea di CAEN (“Costruzioni Apparecchiature Elettroniche Nucleari”). Successivamente si unì anche Luigi Pardini e grazie anche all’apertura mentale del direttore INFN di Pisa, CAEN diventa la prima startup italiana a nascere all’interno della ricerca pubblica. “Non sapevamo nulla di commerciale. Abbiamo imparato facendo. I clienti? CERN, INFN, enti di ricerca internazionali… Abbiamo fatto impresa come si fa un esperimento: ascoltando, adattando, innovando.”

Dalla fisica al mondo: una mentalità che resta
CAEN oggi conta più di 200 dipendenti ed è leader mondiale nella progettazione e produzione di apparecchiature elettroniche per la fisica nucleare e delle particelle. E il legame con la comunità scientifica, in tutti questi anni, non si è mai interrotto. “Abbiamo sempre progettato strumenti partendo da chi li usa. Non adattavamo prodotti esistenti: li creavamo per risolvere problemi reali, come ci aveva insegnato l’INFN”.
Anche la struttura aziendale riflette questa cultura: CAEN ha creato spin-off dando quote ai propri tecnici e ricercatori: “in questo modo”, racconta Givoletti, “abbiamo fatto imprenditori persone che da sole non ce l’avrebbero fatta.”
Un ponte tra due mondi: pubblico e privato
Il legame con l’INFN non è stato solo iniziale, ma strategico. “Ci hanno sempre guardato con rispetto, anche quando il mondo della ricerca era più rigido. Oggi collaboriamo ancora, con la stessa mentalità, orientata all’apertura, al problem solving, alla visione”.
Guardando al futuro, Givoletti vede nuove opportunità nella collaborazione pubblico-privato. “L’INFN può essere il fulcro per far nascere altre CAEN. Ma bisogna avere il coraggio di investire nei giovani e nella contaminazione tra mondi”.
Consigli a un giovane ricercatore
A chi si affaccia oggi alla ricerca e all’innovazione, Givoletti offre tre consigli semplici, ma fondamentali:
- Sii curioso: esplora tutto, anche quello che non ti sembra utile subito.
- Non temere il cambiamento: la tua carriera non sarà lineare, ed è un bene.
- Coltiva la pazienza: serve tempo per trasformare un’intuizione in un impatto reale.
A tutte le nuove generazioni, o alle generazioni che si affacciano al mondo del lavoro in generale, Givoletti dà un altro suggerimento: “Fino ai 40 anni investi su di te. Poi decidi chi vuoi essere davvero.”
La ricerca come modo di pensare… e di fare
Dalla Pisa degli anni ’70 alla CAEN globale di oggi, la storia di Marcello Givoletti è un esempio concreto di come il trasferimento tecnologico non sia solo una procedura, ma una cultura. Una cultura che nasce nei laboratori dell’INFN e continua a dare frutti nel mondo dell’impresa.
“La ricerca è un modo di pensare. E se impari a pensare così, puoi costruire qualunque cosa.”