Istituto Nazionale di Fisica Nucleare | Comitato Nazionale Project Management

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virgo071 buonaSi festeggia il 14 Settembre a Cascina presso l’European Gravitational Observatory il Gravity Day, iniziativa organizzata per celebrare il primo compleanno dell’osservazione delle onde gravitazionali. Esattamente un anno fa, il 14 settembre 2015, alle 11:50 ora italiana, gli strumenti gemelli Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory (LIGO), negli Stati Uniti, a Livingston, in Louisiana, e a Hanford, nello stato di Washington hanno registrato l’arrivo delle onde gravitazionali. La scoperta è stata poi annunciata dalle collaborazioni LIGO e VIRGO lo scorso 11 febbraio nel corso di due conferenze simultanee, negli Stati Uniti a Washington, e in Italia a Cascina (Pisa). La giornata si concluderà con lo spettacolo “Onde Stellari – Star Waves” . Sito web di Ego: https://www.ego-gw.it/ A 100 ANNI DALLA PREVISIONE DI EINSTEIN La teoria della Relatività Generale che Albert Einstein arrivò a formulare nel 1915 descrive la gravità come una manifestazione della curvatura dello spaziotempo. Lo spaziotempo è come un tessuto, ma a quattro dimensioni: le tre spaziali note, più il tempo. Secondo la Relatività Generale esso permea tutto l’universo, viene deformato dai corpi e perturbato da masse in movimento. Queste perturbazioni sono appunto le onde gravitazionali che, dalla loro sorgente si diffondono in modo analogo alle increspature sulla superficie di uno stagno, viaggiando alla velocità della luce.

Foto Banner AfricaSi è conclusa a Kigali, in Rwanda, la quarta edizione dell'African School of Fundamental Physics and Applications (ASP-2016), che ha visto la partecipazione di 75 studenti provenienti dalle università di 28 Paesi africani. L’evento è stato reso possibile grazie al supporto di numerosi laboratori, università e istituti di ricerca americani ed europei, tra cui l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che ha contribuito all'ultima edizione della Scuola per circa il 20% del budget complessivo.

"Si è trattato di un successo sul piano educativo-scientifico - afferma Luca Serafini, della Sezione INFN di Milano, di ritorno da Kigali dove, insieme al collega Alberto Bacci ha portato il contributo INFN alla Scuola -. Il ruolo dell'INFN è stato riconosciuto e apprezzato, come ha sottolineato nella sua relazione lo stesso direttore della Scuola, Ketevi Assamagan, del Brookhaven National Laboratory (BNL) di New York".

La Scuola africana, che ha cadenza biennale, nasce nel 2010 per incrementare la capacità di sviluppo del Continente nero in fisica fondamentale e applicata. Il programma scientifico dell'edizione 2016 è stato principalmente incentrato sulla fisica subnucleare e sulla fisica oltre il Modello Standard, con cenni a tematiche di astrofisica e fisica nucleare. Spazio anche a seminari monografici su argomenti di grande impatto scientifico e mediatico, come la scoperta delle onde gravitazionali, illustrata in un intervento di Eugenio Coccia, neorettore del GSSI.

All'interno del programma anche un Forum day, presso l’Università del Rwanda, alla presenza del Ministro dell’educazione ruandese e di numerosi esponenti della East African Union, in particolare dell'East African Science and Technology COmmission (EASTCO). Argomento della giornata di studio, l’impatto che l'African School of Physics ha avuto e continua ad avere sulla capacità di crescita delle università dei Paesi africani.

In questo contesto, particolarmente apprezzate sono state le presentazioni di Luca Serafini e Simon Connell sulla possibilità di sviluppare un'infrastruttura di ricerca compatta, basata su una sorgente Compton, come incubatore per l'African Light Source (ALS). "Si tratta - conclude Serafini - di un'ambiziosa iniziativa, che punta a dotare l’Africa di una sorgente di luce di sincrotrone, per stimolare la “capacity building” del Continente attraverso applicazioni avanzate in medicina, paleontologia e life sciences".

Il progetto sarà uno dei temi centrali della prossima edizione della Scuola africana. L'appuntamento è fissato per il 2018 a Windhoek, in Namibia.

La homepage della Scuola africana

VOLPINIDopo un improvviso aggravarsi della malattia che lo aveva colpito prima dell'estate, ieri Giovanni Volpini si è spento ad Ancona. Giovanni aveva cominciato la sua carriera con una tesi sulla ricerca di supersimmetria in UA2 con L. Mandelli, L. Perini, F. Gianotti. Si era poi unito al gruppo di Superconduttivita' del LASA e con E. Acerbi e L. Rossi, aveva studiato effetti di transizione su filamenti di NbTi.

Nella sua carriera scientifica si e' poi dedicato a progetti di Superconduttivita' di grande scala quali il Toroide superconduttore di Atlas e il prototipo di dipolo per FAIR-GSI SIS300. E' stato membro della Collaborazione HiLumi LHC Design Study fin dall'inizio e anche di FP7-EuCARD2. Negli ultimi tre anni ha lavorato al CERN nel gruppo magneti per la Collaborazione CERN-INFN su HiLumi. Ha guidato il gruppo che molto recentemente ha prodotto e testato i primi magneti correttori superferrici per HL-LHC.

Giovanni era estremamente serio e rigoroso sul lavoro e nella vita e pur essendo molto riservato, era attento alle persone che aveva intorno. 

Ci manchera'.

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