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Lettera di fine mandato

Cari colleghi,

    oggi ci avvicendiamo con Antonio Passeri nel difficile compito di portare le istanze di tutti i colleghi ricercatori nel massimo organo dell’Istituto. 
Sono certo che Antonio farà benissimo, perché lo conosco bene come collega e amico. 
 
Sono stati quattro anni per me molto impegnativi ma anche molto belli, che mi hanno arricchito dal punto di vista professionale e umano, sia nel rapporto con gli altri componenti del Consiglio Direttivo, sia in quello con i colleghi, soprattutto attraverso i rappresentanti locali, ma anche con tutti coloro che hanno avuto la voglia e la pazienza di interagire direttamente con me.
 
Senza l’ambizione di tracciare un bilancio generale, voglio però lasciare questo servizio a voi colleghi, con alcune parole di chiusura. Toccare con mano l’amministrazione, anche quotidiana, del nostro Ente, permette infatti di avere un osservatorio privilegiato sui problemi, sia nostri sia del sistema in generale. 
 
Molte, certamente, sono le cose che non vanno, ma in molti settori abbiamo, in questi quattro anni, misurato dei miglioramenti. Anche se molte altre cose restano da fare, penso che il messaggio fondamentale è quello di riconoscere che il bilancio complessivo è senza dubbio positivo. 
 
Ciascuno di noi ha ben presente la grave crisi che sta attraversando il sistema della ricerca italiana e il momento non facile dell’INFN. Ma quello che, a mio modesto parere, ci deve rendere fiduciosi e invogliarci a mettere ancora più energie nel nostro  lavoro, in tutti i ruoli, a tutti i livelli, è la consapevolezza che il nostro modello è vincente perché si regge sul pilastro dell’auto-governo responsabile. Non solo il Consiglio Direttivo, ma soprattutto le Commissioni Scientifiche, e il principio cardine della revisione dei pari, sono un bene prezioso che i nostri padri fondatori ci hanno lasciato e che dobbiamo custodire gelosamente.
 
Se c’è, allora, un auspicio per il futuro che posso modestamente fare, è quello di ampliare le occasioni di partecipazione della nostra comunità. Non solo nella fase decisionale, ma in tutto il processo in cui un’idea o una scelta di carattere scientifico o di indirizzo generale dell’Ente si viene a formare. Sentire e tenere in considerazione il parere di tutti non può che essere una ricchezza e un aiuto per chi poi porta sulle spalle l’onere della responsabilità finale, e uno stimolo a non perdere entusiasmo e senso di appartenenza per tutti.
 
Grazie a tutti, e un carissimo saluto, buona estate e buon lavoro
Paolo