
30 Apr Tecnologie spaziali europee: il contributo dell’INFN al sistema di geolocalizzazione Galileo
Dai Laboratori Nazionali di Frascati, ricerca scientifica e trasferimento tecnologico al servizio della nuova leadership europea nello spazio.
La geolocalizzazione è oggi una tecnologia essenziale per la vita quotidiana, dalla navigazione ai trasporti, fino alla sicurezza. Quando usiamo il navigatore dell’auto o controlliamo la posizione di un aereo, ci affidiamo a sistemi di geolocalizzazione satellitare, da cui ci aspettiamo una garanzia di precisione assoluta, stabile e soprattutto ancorata al sistema metrico di riferimento della Terra.
Eppure, ottenere misurazioni spaziali estremamente accurate non è affatto scontato: cosa accadrebbe se questi sistemi avessero un margine d’errore troppo elevato?
Il progetto Galileo: indipendenza e precisione per l’Europa
È in questo contesto che nasce Galileo, il sistema di navigazione satellitare civile europeo, progettato per garantire una precisione senza precedenti e per ridurre la dipendenza dell’Europa da tecnologie straniere. Un progetto ambizioso, in cui l’Italia – e in particolare l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) – ha svolto un ruolo strategico, grazie al contributo di ricercatori come Simone Dell’Agnello, Coordinatore Scientifico presso lo SCF Lab dell’INFN ai Laboratori Nazionali di Frascati.
Pioniere nell’uso del posizionamento laser per applicazioni spaziali, Dell’Agnello ha guidato lo sviluppo di tecnologie fondamentali per migliorare l’accuratezza di Galileo.
Galileo e l’innovazione tecnologica: una questione di precisione
Fino agli anni 2010, l’Europa si appoggiava a sistemi di geolocalizzazione militari stranieri, come il GPS statunitense e il GLONASS russo. Ma quanto era sostenibile, nel lungo periodo, affidarsi a infrastrutture non europee? E soprattutto, era possibile garantire la massima precisione senza un pieno controllotecnologico? La risposta è stata chiara: non abbastanza. Per questo motivo, la Commissione Europea, insieme all’Agenzia Spaziale Europea (ESA), hanno avviato lo sviluppo di Galileo, il primo sistema globale di posizionamento satellitare ad uso esclusivamente civile e interamente europeo, con l’obiettivo dichiarato di renderlo il più preciso al mondo. Per raggiungere questo traguardo, servivano tecnologie d’avanguardia e la collaborazione con enti di ricerca di eccellenza. È qui che è entrato in gioco l’INFN, con il contributo fondamentale di Simone Dell’Agnello e del suo team.
Il laboratorio INFN di Frascati: dove la teoria diventa realtà
Per trasformare Galileo nel sistema di geolocalizzazione più preciso e indipendente al mondo, era necessario un salto tecnologico.
“Quando abbiamo iniziato a lavorare sui laser applicati alla geolocalizzazione, in Europa eravamo pionieri in un campo che ancora non esisteva come oggi“, spiega Dell’Agnello. “L’idea era quella di fornire un supporto tecnologico che rendesse Galileo un sistema di riferimento mondiale per l’alta precisione, e con i nostri retro-riflettori laser abbiamo contribuito a questo risultato“.
Grazie a un intenso lavoro di sviluppo, test e certificazione, i nuovi satelliti Galileo 2nd Generation saranno a breve equipaggiati con tecnologie interamente europee. Il laboratorio INFN di Frascati ha svolto un ruolo cruciale, realizzando, testando e validando i retro-riflettori per garantirne l’affidabilità e contribuendo alla definizione degli standard europei per la geolocalizzazione spaziale. Questo ha reso Galileo un sistema più autonomo e preciso, eliminando la dipendenza da tecnologie straniere e rafforzando la leadership europea nel settore.
Ma innovare non è mai semplice. “Abbiamo affrontato ostacoli non solo tecnologici, ma anche procedurali e contrattuali“, sottolinea Dell’Agnello. “Portare avanti la ricerca in questo ambito significa non solo sviluppare nuovi strumenti, ma anche trovare il modo di integrarli in un contesto operativo e commerciale“.
Un passaggio fondamentale è stato infatti l’avvio della collaborazione tra INFN e l’ESA, un modello di cooperazione che ha consentito all’INFN di qualificarsi come fornitore di tecnologie spaziali al pari di altre aziende leader nel settore.
“Abbiamo aperto la strada alla fornitura di tecnologie all’ESA originate dalla ricerca di INFN,” spiega Dell’Agnello. “Si tratta di un aspetto poco esplorato prima, ma che oggi rappresenta un punto di forza per l’INFN e per il settore spaziale italiano.”
Questa esperienza ha permesso all’INFN di partecipare a consorzi internazionali come LISA, sviluppando soluzioni tecnologiche all’avanguardia per rispondere alle nuove sfide dello spazio.
Uno futuro di opportunità: le sinergie tra pubblico e privato
La crescente apertura del settore spaziale agli attori privati porta con sé nuove sfide, ma anche importanti opportunità. L’INFN, grazie all’esperienza consolidata nel tempo, è pronto a raccogliere questa evoluzione. In questo contesto, il modello di collaborazione tra pubblico e privato sviluppato negli ultimi anni può rappresentare una leva strategica sempre più centrale nei programmi del futuro.
“La scienza non si ferma mai“, conclude Dell’Agnello, “e noi siamo pronti a portare la nostra esperienza nel futuro dell’esplorazione spaziale. Stiamo già guardando, ad esempio, a nuovi progetti come i satelliti ESA per la navigazione e le comunicazioni lunari: l’inizio di un sistema Galileo lunare, chiamato Moonlight“.