
04 Set E come Esclusiva: uno strumento per trasformare la ricerca pubblica in innovazione a beneficio della società
Il valore strategico dell’accesso esclusivo nella valorizzazione della ricerca pubblica
L’esclusiva è uno degli strumenti più strategici nel trasferimento tecnologico, perché consente di trasformare i risultati della ricerca pubblica in soluzioni concrete per la società. Concedere un’esclusiva significa attribuire a un soggetto – solitamente un’impresa o uno spin-off – il diritto di essere l’unico operatore economico autorizzato a sfruttare una tecnologia sviluppata all’interno dell’INFN. Si tratta di un’opportunità concreta per promuovere l’innovazione industriale, attrarre investimenti e stimolare lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi. Ma comporta anche responsabilità rilevanti per un ente pubblico, che deve assicurare un utilizzo efficace e orientato al bene comune.
“L’esclusiva è uno strumento di impatto, ma va gestita con responsabilità. Deve creare opportunità, non barriere”, sottolinea Ilaria Giammarioli, Responsabile del Servizio Trasferimento Tecnologico INFN che si occupa, tra le varie attività, della negoziazione dei contratti di ricerca con le aziende e delle licenze d’uso dei risultati.
Cos’è l’esclusiva nel trasferimento tecnologico
Una licenza esclusiva consente a un unico soggetto di sfruttare una tecnologia, limitandone l’accesso a tutti gli altri. Le forme possono variare tra:
- Totale, se copre tutti gli ambiti applicativi e territori;
- Parziale, se limitata a specifici settori o aree geografiche;
- Temporale, se valida per un periodo definito.
In alternativa, le licenze non esclusive permettono l’uso della stessa tecnologia da parte di più soggetti. La scelta tra le due opzioni dipende dalla natura dell’invenzione, dal mercato di riferimento e dagli obiettivi di valorizzazione individuati.
Perché l’esclusiva è uno strumento rilevante?
Se ben gestita, l’esclusiva può rappresentare un fattore abilitante per le imprese, incentivandole a investire nello sviluppo di tecnologie nate nella ricerca pubblica. La prospettiva di un accesso esclusivo rafforza l’impegno nelle fasi iniziali – spesso le più complesse –, come la prototipazione o l’industrializzazione.
Per l’INFN, si tratta di uno strumento utile per amplificare l’impatto della ricerca in ambiti applicativi strategici – dalla medicina alla sicurezza, dall’ambiente alla strumentazione scientifica – e rafforzare la collaborazione con il sistema produttivo.
Affinché questo meccanismo sia efficace, è essenziale che venga impiegato con attenzione, trasparenza e visione pubblica, evitando che si trasformi in un limite alla diffusione della conoscenza o all’accesso equo alle tecnologie.
“Concedere un’esclusiva significa affidare una tecnologia pubblica a chi dimostri concretamente di volerla portare sul mercato, generando benefici per tutti. È una responsabilità che richiede visione e rigore”, ribadisce Ilaria.
Un processo regolato e trasparente
Ma come l’INFN valuta e gestisce le richieste di esclusiva? Anzitutto, questa non viene mai concessa automaticamente; il processo si avvia con una manifestazione di interesse da parte di un soggetto esterno, seguita da una valutazione tecnica e strategica condotta con il coinvolgimento delle strutture competenti.
Gli elementi considerati includono:
- il valore scientifico e applicativo della tecnologia;
- la coerenza con la missione dell’ente;
- la solidità del progetto industriale;
- le prospettive di ricaduta sociale ed economica.
Le licenze esclusive prevedono poi sempre la definizione di milestone contrattuali, che rappresentano impegni precisi per il licenziatario. In assenza di progressi nello sviluppo o nella valorizzazione della tecnologia, il contratto può essere revocato.
In questo modo, l’INFN si assicura che l’esclusiva sia uno strumento di accelerazione e non di stallo, capace di produrre risultati tangibili a vantaggio del sistema-Paese.
Valore scientifico, visione pubblica
Infine, oltre all’aspetto contrattuale, la trasparenza è un principio guida: ogni concessione viene gestita e comunicata in modo chiaro, nel rispetto della natura pubblica dell’ente e della comunità scientifica che contribuisce allo sviluppo delle tecnologie.
“L’esclusiva, per l’INFN, non è mai un fine in sé”, conclude Ilariadefinendola: “un mezzo per valorizzare il lavoro di ricerca, sostenere l’innovazione industriale e favorire l’accesso responsabile alla conoscenza, in un equilibrio costante tra protezione, sviluppo e apertura.”