Fisica, medicina e visione: il percorso di Cecilia Voena tra ricerca fondamentale e impatto clinico

Una carriera costruita tra laboratori, collaborazioni internazionali e tecnologie per la salute: la storia di Cecilia Voena ci racconta come la cultura scientifica può diventare motore di cambiamento anche (e non solo) in ambito medico.

Cecilia Voena, professoressa associata di Fisica alla Sapienza Università di Roma e componente del Comitato nazionale per il trasferimento tecnologico INFN (CNTT), non ha mai vissuto la fisica come un sapere astratto. Al contrario, ha sempre cercato un punto d’incontro tra rigore scientifico e impatto concreto: “La fisica delle particelle mi ha affascinata per il suo approccio fondamentale alla comprensione della natura. Ma a un certo punto ho sentito il bisogno di applicare quel sapere anche al servizio delle persone.

Il suo percorso non inizia in un laboratorio, ma tra i corridoi di un liceo classico, dove ha maturato la scelta (vista da molti come coraggiosa) di iscriversi a una facoltà scientifica, nello specifico Fisica, mossa, dice lei, da un’attrazione – molto semplice e genuina – per ciò che va al cuore della materia. Dopo il dottorato e una solida carriera nella ricerca fondamentale, comincia a maturare una seconda domanda: che cosa può fare la mia ricerca, oltre a spiegare il mondo?

Con questa domanda si apre una nuova fase per Cecilia, in cui il contesto di INFN si rivela determinante. È qui, infatti, che, dopo aver vinto un concorso da ricercatrice, inizia per Cecilia un lungo percorso che la porterà, nel tempo, ad avvicinarsi anche al trasferimento tecnologico, prima come referente per la Sezione di Roma, poi – dal 2022 – come componente del Comitato Nazionale TT, con delega alle applicazioni medicali.

Un ruolo che connette mondi diversi

“Interfaccia, consulenza, e visione”. Sono queste le tre parole che Cecilia usa per descrivere il suo ruolo. “Da una parte, aggiorno e supporto il Comitato nazionale sulle attività relative alle applicazioni mediche; dall’altra, lavoro a stretto contatto con gruppi di ricerca, medici e aziende, aiutandoli a valorizzare i risultati e costruire collaborazioni efficaci”.

Oggi la sua posizione la vede anche come punto di connessione strategico tra il trasferimento tecnologico e il comitato INFN for Life Science, che orienta la ricerca medica dell’Ente. “Grazie a questo lavoro interagisco con persone molto diverse: colleghi, clinici, partner industriali. E ognuno parla una lingua diversa. Tradurre questi linguaggi è una sfida, ma anche ciò che rende il mio lavoro stimolante.”

Secondo Cecilia, ciò che rende una collaborazione efficace – oltre alla validità scientifica – è la progettualità condivisa e la chiarezza nei ruoli. “Serve contatto precoce con l’utilizzatore finale, un piano di lavoro chiaro, e strumenti per gestire fin dall’inizio la proprietà intellettuale. L’INFN ha fatto molti passi avanti su questo fronte, ed è ciò che oggi fa davvero la differenza.”

ritratto in primo piano di Cecilia Voena

Fisica medica in Italia: competenze e prospettive

Il panorama italiano della fisica medica, ci racconta Cecilia, è articolato, e in forte espansione. INFN è coinvolto in numerosi progetti di frontiera: dalla Flash Therapy, che utilizza fasci di particelle che depositano dosi molto elevate di energia in tempi estremamente brevi per migliorare l’efficacia della terapia, alla BNCT (Boron Neutron Capture Therapy) e all’adroterapia con ioni di carbonio. Un ruolo strategico è ricoperto anche dal progetto SPES, che punta alla realizzazione di una facility per la ricerca fondamentale e le applicazioni interdisciplinari, tra cui la produzione e lo studio di radiofarmaci innovativi, destinati a rivoluzionare la diagnostica e le terapie oncologiche.

Fondamentali, infine, anche le tecnologie per la dosimetria e l’imaging medicale, spesso basate su rivelatori sviluppati per gli esperimenti di fisica delle particelle. A queste si affiancano strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi delle immagini cliniche e la personalizzazione delle terapie, resi possibili grazie alle infrastrutture di calcolo avanzato di INFN.

“L’INFN ha competenze uniche in settori chiave – dagli acceleratori ai radiofarmaci – e una rete capillare di gruppi distribuiti su tutto il territorio. Questo ci consente di affrontare con forza anche le sfide più ambiziose.”

Guardando al futuro, le opportunità non mancano. Il PNRR, i progetti europei, le nuove infrastrutture sono leve potenti per consolidare l’impatto della fisica medica. Ma per coglierle davvero – avverte Cecilia – dobbiamo migliorare ancora sulla comunicazione interna e rafforzare la nostra presenza verso l’esterno. In questo senso si stanno già facendo passi avanti,” aggiunge, “grazie al lavoro crescente che sta svolgendo da qualche anno il team del TT su strumenti, contenuti e visibilità che aiutano a far conoscere ciò che facciamo sia internamente sia al di fuori della comunità scientifica.”

Ai giovani ricercatori: coltivare curiosità e visione

Cosa dire a un giovane ricercatore o ricercatrice che vuole intraprendere un percorso simile? “Seguite le vostre passioni, ma chiedetevi sempre se la vostra ricerca può avere un secondo uso. E non trascurate la formazione sul trasferimento tecnologico: INFN offre tanti strumenti per orientarsi.”

Cecilia pone infine l’attenzione su un aspetto spesso sottovalutato ma che nella sua esperienza si è rivelato fondamentale: le soft skills. “Serve ascolto, empatia, capacità di mettersi nei panni dell’altro. Quando si lavora tra mondi diversi – come il laboratorio, la clinica e l’industria – queste qualità sono essenziali.”

Contatti Prof. Cecilia Voena, Dipartimento di Fisica Università “Sapienza” di Roma, cecilia.voena@roma1.infn.it