Spesso l’eccessiva burocratizzazione di ogni attività scolastica disincentiva i docenti a partecipare a progetti perché si trovano a dover compilare e completare moduli e schede di progettazione didattica in cui si chiede di rispondere in maniera precisa e articolata a numerosi descrittori. Alcuni sono specifici delle singole scuole ma ce ne sono altri che sono comuni e pressoché presenti in tutte le modellistiche. Faccio riferimento ad esempio alla richiesta di riferire con precisione in quali ambiti delle indicazioni nazionali si colloca il progetto. Un’altra voce sempre presente è la richiesta di quale metodologie didattiche si intende attuare per sviluppare una didattica di tipo laboratoriale. Generalmente i docenti e tendono ad elencare il cooperative learning, la peer to peer education, e la flipped classroom anche se soprattutto riguardo a quest’ultima ben pochi sanno cosa sia e se ne vedono modelli dei più strampalati.
Se da un lato la citazione di riferimenti normativi è quanto di più lontano ci possa essere dal vero obiettivo di sviluppo di un progetto didattico, dall’altro è necessaria per rispondere alle classificazioni richieste dal RAV cioè il documento in base al quale le scuole vengono classificate per efficienza e in base al quale poi le scuole ricevono i finanziamenti.
Molto più rilevante sul piano sostanziale è la scelta didattica di approccio allo sviluppo di un progetto. Troppo spesso i docenti tendono a riproporre il loro metodo di insegnamento anche nei percorsi di tipo laboratoriale e ciò talvolta mina all’efficacia che potrebbe avere un’azione didattica se fosse portata avanti con una metodologia opportunamente calibrata sul percorso da affrontare.
A volte poi i docenti si trovano anche a dover convincere i colleghi dello stesso consiglio di classe che determinate attività non rubano ore alla didattica curricolare ma sono un’occasione per arricchirla implementando i percorsi interdisciplinari.
Dedicare ai docenti uno spazio in cui archiviare
- Le indicazioni che provengono dagli enti di formazione e ricerca in didattica e dagli enti governativi
- Una classificazione delle metodologie didattiche a cui possono fare riferimento con una descrizione sintetica e precisa di come si sviluppano le attività
permetterà loro di redigere un documento più completo e rigoroso senza perdere tempo in ricerche affannose su internet per indicazioni o riferimenti o addirittura per copiare da progetti analoghi.
Avere disposizione dei modelli didattici con le relative istruzioni può stimolare i docenti anche a sperimentare approcci nuovi nei loro stili di insegnamento.
Normativa
Riferimenti ad indicazioni, norme o codici nazionali e internazionali sull’educazione a cui i docenti possono fare riferimento nella stesura di documenti, nella redazione di progetti, nella rendicontazione dei progetti avvenuti:
- Indicazioni Nazionali
- Piano Nazionale Scuola Digitale PNSD
- Prove Invalsi
- 17 obiettivi per il 2030 dell’UNESCO
- Le skill dell’educazione del XXI secolo per il World Economic Forum
Metodologie didattiche
Con riferimento a:
- La metodologia Inquiry: che cos’è l’IBSE,
- Il metodo delle 5e
- Cooperative learning
- Collaborative learning
- Peer to peer education
- Learning by doing
- Challenge based learning
- Situated learning
- Storytelling/Digital storytelling
- Flipped classroom