Dal 1 al 3 luglio, Udine è diventata il cuore pulsante della comunità ATLAS italiana. In un’atmosfera vivace e stimolante, poco meno di cento tra ricercatrici, ricercatori, giovani dottorandi e volti storici dell’esperimento si sono riuniti per condividere risultati, visioni e sfide della fisica delle particelle al Large Hadron Collider. Sono stati tre giorni intensi, ricchi di presentazioni, discussioni e scambi informali, che hanno confermato – se mai ce ne fosse bisogno – la vitalità e la coesione della nostra comunità.
Con ancora un anno davanti per il Run 3, la macchina LHC ed il rivelatore ATLAS sono ben oliati – e il contributo italiano continua a essere centrale. Dagli upgrade previsti per “Fase2” alle operazioni di presa dati quotidiane del rivelatore, alla qualità dei dati raccolti, la dedizione del team italiano è evidente. Ma la vera forza si è vista nella varietà e profondità delle presentazioni: dalla calibrazione dei rivelatori alla stabilità di LUCID e TileCal, passando per l’elettronica LAr e le tecnologie TDAQ. Ogni dettaglio conta, e ogni gruppo ha portato il proprio tassello al mosaico collettivo.
Il cuore scientifico del workshop ha battuto forte. Le analisi di fisica presentate hanno spaziato dallo studio del bosone di Higgs in molteplici canali (H→μμ, H→ZZ*, ttH, HH→bb𝛄𝛄, HH→bbττ), fino alle ricerche di nuova fisica, come squark di terza generazione, dark photons, e ricerca di segnali anomali in eventi adronici. Sorprendenti i nuovi approcci: tagging innovativo, tecniche di machine learning, osservabili “quantistici” e uso intelligente del time-of-flight per inseguire particelle a vita lunga. La creatività e la precisione si sono date la mano.
Se il presente è entusiasmante, il futuro lo è ancora di più. Il workshop ha mostrato con chiarezza come il contributo italiano all’upgrade di ATLAS per l’High-Luminosity LHC stia entrando nella fase cruciale. I moduli per il nuovo Inner Tracker (ITk) prendono forma, testati e montati con cura. Le scelte tecnologiche per l’Event Filter diventano sempre più concrete, e i sottorivelatori sono pronti ad affrontare le sfide che spingeranno LHC a diventare il collider con una luminosità mai vista prima.
Non sono mancati i momenti ispiratori: il talk teorico di Marco Fabbrichesi ha aperto nuove prospettive concettuali, mentre il confronto continuo tra senior e giovani ha reso il workshop anche un laboratorio di crescita. Udine ha offerto non solo un’accoglienza impeccabile, ma anche lo sfondo ideale per rinsaldare legami, generare nuove idee e pianificare il futuro. Lo spokesperson di ATLAS, Stephane Willocq dell’Università of Massachussets-Amherst ed il responsabile nazionale di ATLAS Italia, Massimo Corradi della Sezione di Roma “La Sapienza” dell’INFN hanno risposto al fuoco di fila di una sessione di domande e risposte da parte dei presenti.
Impossibile non ringraziare il comitato organizzatore locale, le segreterie organizzative della sezione di Trieste dell’INFN e del Dipartimento di Sciente Matematiche Informatiche e Fisiche dell’Università di Udine che hanno coccolato i partecipanti. Il workshop ATLAS-Italia 2025 si chiude con entusiasmo, gratitudine e una certezza: la nostra comunità c’è, è forte, unita e pronta ad affrontare le prossime sfide della fisica fondamentale. Con un sorriso – e magari un brindisi friulano.
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